Nutri-Score – Volmar

L’Unione Europea vuole adottare il Nutri-Score nelle etichette alimentari, un sistema semplice e intuitivo per informare i consumatori sulla salubrità dei prodotti. Tuttavia, il Nutri-Score per alimenti è al centro di un accesso dibattito, con alcuni paesi tra cui l’Italia che propongono un sistema alternativo considerato più equo e scientificamente corretto.

In questo approfondimento faremo chiarezza sull’etichetta Nutri-Score, per capire meglio come funziona questo sistema e come viene calcolato il valore nutrizionale degli alimenti. Inoltre, analizzeremo cosa c’è dietro il Nutri-Score, per comprendere perché l’Italia non vuole adottarlo e qual è la soluzione alternativa promossa dal nostro Paese.

Che cos’è il Nutri-Score?

Il Nutri-Score è un sistema di etichettatura che utilizza l’immagine di un semaforo, con colori che vanno dal verde al rosso e cinque lettere dalla A alla E. Gli alimenti vengono classificati in base alla loro qualità nutrizionale, con i prodotti più sani che ricevono un semaforo verde e quelli meno salubri che ottengono invece un semaforo rosso.

Chi ha inventato il Nutri-Score? Questo sistema di valutazione degli alimenti è stato messo a punto in Francia nel 2017, dove molte aziende oggi lo utilizzano già su base volontaria. In seguito, il Nutri-Score in Europa è adottato anche da altri paesi, come Spagna, Belgio e Germania, quest’ultima dopo un processo che ha coinvolto i consumatori e le imprese chiamate ad esprimere la loro opinione a riguardo.

Nutri-Score: come funziona

Il Nutri-Score dei prodotti alimentari è un sistema che serve per confrontare cibi simili tra loro, affinché i consumatori siano in grado di comparare i prodotti e scegliere quali sono quelli più sani con maggiore consapevolezza. La grafica del semaforo è finalizzata appunto a facilitare le scelte di consumo in ambito alimentare, in quanto per mangiare meglio basta preferire i cibi con un semaforo verde rispetto a quelli con un semaforo giallo o rosso.

Si tratta di un sistema standardizzato e armonizzato a livello comunitario, quindi i consumatori potranno confrontare gli alimenti in commercio a prescindere dal paese in cui si trova l’azienda produttrice. Tra i fattori penalizzanti nel Nutri-Score c’è ad esempio una presenza elevata di sale, grassi saturi, zuccheri e calorie, mentre elementi positivi sono il contenuto di fibre, frutta e proteine.

Con il sistema Nutri-Score non viene abolita l’etichetta alimentare, dove rimangono presenti tante informazioni utili per i consumatori, dalla tabella nutrizionale alle indicazioni sulla modalità e i tempi di conservazione. Sul packaging degli alimenti verrebbe solo aggiunto un marchio di facile consultazione, per valutare rapidamente la qualità nutrizionale di un alimento o effettuare un confronto veloce con un cibo simile.

Nella proposta al vaglio della Commissione Europea è prevista l’esclusione dall’obbligo dell’etichetta Nutri-Score per alcuni prodotti, in particolare quelli già dotati di un marchio di qualità come gli alimenti DOP, IGP e STG. Al contrario, il Nutri-Score si applica a tutti gli altri prodotti solidi, liquidi e semi-liquidi, compresi gli alimenti freschi e confezionati, tra cui l’olio extravergine di oliva, le bevande gassate, i cibi surgelati, l’acqua in bottiglia e i prodotti a base di latte e derivati come i formaggi.

Perché l’Italia non vuole l’etichetta Nutri-Score?

Il Nutri-Score in Italia ha riscosso subito delle aspre critiche, in quanto secondo i decisori politici e le aziende agroalimentari l’etichetta a semaforo penalizzerebbe i prodotti Made in Italy e la dieta mediterranea. Tra le principali contestazioni mosse al Nutri-Score dal nostro Paese c’è la mancanza di informazioni esaustive, tra cui i valori nutrizionali completi per ogni nutriente.

Inoltre, l’Italia ha messo sotto accusa il sistema Nutri-Score per una serie di questioni qui riassunte:

  • potrebbe valorizzare il cibo di scarso valore nutrizionale e dannoso per la salute come le bevande dietetiche a zero calorie;
  • rischierebbe di premiare alimenti come la patatine surgelate non tenendo conto del metodo di cottura usato per la preparazione;
  • classificherebbe gli alimenti con un giudizio qualitativo rischiando di danneggiare ingiustamente la reputazione di alcuni prodotti;
  • potrebbe minacciare la dieta mediterranea pregiudicando alcuni prodotti simbolo dell’alimentazione italiana come l’olio extravergine di oliva;
  • non prenderebbe in considerazione le porzioni fornendo informazioni fuorvianti ai consumatori.

Nutri-Score vs NutrInform Battery

Per capire la proposta italiana vediamo a questo punto cos’è il NutrInform Battery e come si differenzia dal Nutri-Score. Si tratta del sistema di etichettatura creato dall’Italia, al quale hanno partecipato diversi soggetti, tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, le aziende della filiera agroalimentare e una serie di specialisti dei ministeri della Salute, delle Politiche Agricole e dello Sviluppo Economico.

Il NutrInform Battery non utilizza il semaforo come il Nutri-Score, ma un sistema grafico a batterie che valuta la relazione dei cibi con la dieta. Per ogni alimento, infatti, vengono indicati tutti i valori nutrizionali relativi a una singola porzione, con le percentuali di sale, zuccheri, grassi saturi, grassi e le calorie del prodotto, in riferimento alla quantità consigliata su base giornaliera per un adulto medio.

Lo scopo del NutrInform Battery è consigliare ai consumatori di non superare il 100% di energia, sale, grassi o zuccheri, controllando che i cibi consumati ogni giorno non superino questa soglia per nessuno dei parametri analizzati. La proposta italiana è stata condivisa da altri paesi come Grecia, Romania, Repubblica Ceca e Polonia, causando uno scontro nell’UE su quale dei due sistemi adottare a livello comunitario.

Come si calcola il Nutri-Score?

Tornando al Nutri-Score, esso è calcolato da un algoritmo, un programma che esamina gli elementi positivi e negativi di ogni 100 g o 100 ml di alimenti e bevande. Al termine dell’operazione fornisce una valutazione qualitativa, definendo la classificazione del prodotto dal verde e dalla lettera A al rosso e alla lettera E. Gli alimenti verdi contrassegnati dalla lettera A sono quelli più salutari mentre quelli con un semaforo rosso e la lettera E sono più nocivi e bisogna prestare maggiore attenzione.

L’algoritmo viene aggiornato ogni 3 anni per verificarne il corretto funzionamento, con l’obiettivo di risolvere eventuali errori e migliorarne la precisione nella valutazione degli alimenti. Alcuni interventi sono decisi a priori, come la scelta di penalizzare il consumo di carni rosse per migliorare la salute dei cittadini e ridurre l’inquinamento ambientale oppure quella di differenziare meglio alcune tipologie di prodotti come alcuni formaggi o i cereali per la prima colazione.

Tra gli esempi di Nutri-Score c’è quello della pasta, con i prodotti integrali che dovrebbero ottenere la A e il semaforo verde, mentre la pasta industrializzata con un alto livello di grassi e sale potrebbe ricevere una C e un semaforo giallo. Le bibite dietetiche invece potrebbero acquisire la lettera B, in quanto meno insalubri rispetto a quelle convenzionali, mentre soltanto l’acqua in bottiglia dovrebbe usufruire della lettera A, la valutazione migliore del Nutri-Score.

Al momento l’adozione a livello europeo del sistema Nutri-Score è al vaglio dell’Unione Europea, in particolare del Consiglio dell’Agricoltura. Ad ogni modo, a prescindere dal sistema scelto l’introduzione sarà graduale, ma tutte le aziende dovranno attenersi alle nuove disposizioni e inserire la valutazione nutrizionale e aggiornare le etichette alimentari.

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